Valle Stretta – Croz del Rifugio – Via Re-Maggi

Valle Stretta - Croz del Rifugio - Via Re-Maggi

Il Croz del Rifugio è una bellissima parete che forma un particolare anfiteatro, situata proprio di fronte al Rifugio III Alpini in Valle Stretta, poco oltre la più nota Parete dei Militi. La Via Re-Maggi percorre il margine destro dell’anfiteatro roccioso, regalando un’arrampicata elegante ma delicata.

Gianni in partenza su L1

Zona: Valle Stretta, Bardonecchia, Nevache

Quota partenza (m s.l.m.): 1700

Quota vetta (m s.l.m.): 1900

Apritori: prima salita di Alberto Re e Paolo Maggi nel 1975

Sviluppo arrampicata: 140 m

Tipo di Apertura: dal basso con chiodi tradizionali

Esposizione: ovest

Protezioni: fix inox e chiodi tradizionali

Difficoltà: VI, V+ obbl.

Note: arrampicata bella ma che richiede attenzione e molta delicatezza per via di alcuni blocchi instabili 

Equipaggiamento: normale da arrampicata, friend fino al giallo BD consigliati per integrare le protezioni (i fix presenti in via sono ridotti all’essenziale ed i vecchi chiodi tradizionali sono ormai in alcuni passaggi molto datati)

Accesso: da Bardonecchia raggiungere la frazione di Melezet e proseguire in direzione del Colle des Echelles: giunti ad un bivio prendere a destra per la Vallée Etroite, proseguire per qualche chilometro e parcheggiare in prossimità di un ponte di legno vicino ad una fattoria

Avvicinamento: attraversare il ponte nei pressi della fattoria quindi seguire a sinistra il sentiero che costeggia il torrente per circa 400 m. Sulla destra si diparte una traccia indicata da un grande e bellissimo ometto: salire quindi lungo tale sentiero che in breve porta vicino alla base della parete: qui è presente un bivio, consigliamo di seguire la traccia a destra che porta al lato destro della parete in corrispondenza della partenza della Via Classica e della Via Mitica. Qui traversare a sinistra su cengia fino a raggiungere un gruppo di abeti: la via attacca in un diedro in corrispondenza di un tronco tagliato con vecchio cordone. Ore 0,20.

Il bellissimo traverso di L1

Relazione

L1: salire il diedro (tutti si aiutano con il tronco dell’albero) quindi raggiungere il diedro fessurato con fix, V+, proseguire in placca vicino allo spigolo, V+, quindi spostarsi un paio di metri a sinistra quindi salire una placca, V+, con uscita delicata su terrazzo detritico, proseguire nel diedro, V, quindi traversare a sinistra sotto il grande tetto, V+ poi IV, fino a raggiungere la sosta vicino ad un abete, sosta su 2 fix con vecchio cordone e maillon, 30 m

L2: salire una placca dove è presente un fix, V, quindi piegare a sinistra verso un canale detritico ostruito da blocchi, che si sale sul suo lato sinistro, IV+, proseguire per placche appoggiate leggermente verso destra in direzione di un albero ed un grande diedro giallo, III, sosta su 2 fix con vecchio cordone e maillon, 35 m

L3: salire qualche metro per raggiungere il diedro, IV, qui è presente un chiodo poco visibile sulla sinistra, proseguire lungo il bellissimo diedro, V+, fino a raggiungere un vecchio chiodo incastrato tra blocchi staccati, qui traversare a destra con arrampicata faticosa, VI, quindi alzarsi sulla sosta con 2 fix con vecchio cordone e maillon, 20 m

L4: salire sopra la sosta, attenzione ai blocchi, V, superare un piccolo strapiombo a destra, VI, quindi raggiungere un terrazzino sul filo dello spigolo, sosta su 2 fix con vecchio cordone e maillon, 10 m

L5: salire sopra la sosta e raggiungere uno stretto diedro con fessura di fondo, V+, uscire su un terrazzino quindi proseguire su placca, V, ed uscire un po’ a sinistra nei pressi di un albero, V, sosta su 2 fix con vecchio cordone e maillon, 25 m

L6: salire in direzione di una spaccatura che si supera con arrampicata su roccia delicata, III, sosta su un fix, 20 m

Discesa: da qui traversare verso destra su tracce esposte (presenti ometti), oltrepassare un canale, quindi raggiungere degli alberi e poco oltre, sempre in orizzontale si raggiunge una larga cengia esposta in cui sono presenti dei fix per proseguire assicurati. Seguire la cengia per circa 80 metri, ignorando alcune soste di calata (si oltrepassa infatti una prima sosta di calata con l’indicazione di 2 calate da 35 m per arrivare a terra, poi alcune vecchie soste). La sosta corretta è nuova inox e con 30 m conduce al ghiaione nel settore dei monotiri. Da qui per tracce nel pietrisco si ritorna alla base della parete, quindi all’auto. Ore 0,30.

Le calate lungo la via sono possibili ma vivamente sconsigliate per il rischio incastro e il pericolo di caduta di sassi.

Il bellissimo traverso nel diedro di L3
Il diedro di L3

Foto-relazione

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