Parete Piacenza – Via Giampi Simonetti

Mucrone - Parete Piacenza - Via Giampi Simonetti

Una via contemporanea, una linea incredibile, salita dal basso negli esigui spazi rimasti  sulla Parete Piacenza, una delle poche che permette di raggiungere direttamente la vetta del Mucrone.

Bella arrampicata di notevole sviluppo su ottima roccia. La via è attrezzata con fix inox e permette una rilassante arrampicata con un obbligatorio relativamente basso, 5c. Tutti i passaggi più difficili possono essere superati in A0. L’idea è stata di aprire una via con una chiodatura molto popolare, adatta anche a chi, abituato in falesia, si cimenta per le prime volte su vie in montagna di più tiri. Soste a fix inox.

La Via nasce in ricordo di Giampi Simonetti, noto industriale biellese appassionato di alpinismo e scialpinismo.

Gianni Lanza in apertura della Via Giampi Simonetti

Zona: Monte Mucrone

Quota partenza (m s.l.m.): 2000

Quota di vetta (m s.l.m.): 2335

Apritori: salita dal basso il 2 e 5 settembre 2017 da Gianni Lanza, Roby Sellone, Teo Bizzocchi, Seba Biolcati, Dafne Munaretto, Marco Roggero, Luca Ruffino, Giorgio Santimaria.
Prima invernale: Teodoro Bizzocchi, Gianni Lanza, Claudio Lanza e Dafne Munaretto il 29/12/2018. Per vedere il racconto e le foto della prima invernale clicca qui.
Prima solitaria: Dafne Munaretto il 06/08/2020. Per vedere il racconto e le foto della prima invernale clicca qui.

Sviluppo arrampicata: circa 300 m

Tipo di apertura: dal basso con fix inox

Esposizione: nord-est

Protezioni: fix inox

Difficoltà: 6b, 5c obbl.

Note: bella arrampicata che segue le pieghe della montagna, i gradi son stati dati non troppo severamente, poichè si intende la salita dell’intero tiro senza riposi. 

Equipaggiamento: normale dotazione alpinistica; una mezza corda da 60 m usata doppia è sufficiente in quanto i tiri non superano mai i 30 m. 

Accesso: da Biella raggiungere Oropa, Piazzale Funivie

Avvicinamento:

A: dalla Stazione Superiore della Funivia di Oropa raggiungere il Lago del Mucrone e prendere il sentiero attrezzato che parte sulla riva sinistra e porta alla Ferrata del Limbo ed al Sentiero del Limbo. L’avvicinamento si svolge in traverso su prati ripidi, attrezzati con corde fisse: utili imbrago e longe.

Giunti alla base della parete Piacenza reperire la partenza della Ferrata del Limbo. La via attacca circa 10 m a destra della ferrata: ore 1.

B: segnato sulla carta percorso [2] da Oropa  Piazzale Funivie,  portarsi a monte del piazzale ed imboccare la ex pista da sci Busancano. Salire lungo la pista, che giunta sotto ad un roccione detto Tetto Frachey svolta a sinistra: proseguire ancora sulla strada ignorare il bivio a sinistra che porta al Lago delle Bose, dopo una curva a destra reperire una traccia (D11b) che sale tra i mughi. Seguirla, e, dopo un tratto pianeggiante, risalire un ripido prato fino a raggiungere l’Alpe Bose, m 1705. Proseguire a monte della baita diruta, per ripida traccia fino ad arrivare in un ampio vallone che si risale verso sinistra, dopo circa 200 metri la traccia piega un po’ verso destra passando sotto alle pareti del Colle del Limbo (sulla sinistra), e con percorso ripido sbuca nelle grandi pietraie alla base della Parete Piacenza. Proseguire costeggiando le pareti verso sinistra fino alla partenza della via, che si trova poco a destra della Ferrata del Limbo, cartello con nome. Ore 2.

Relazione

L1: muro verticale e traverso a sinistra, 6b (A0), poi placca, 6a, e traverso a sinistra, 5c, 30 m; sosta con catena

L2: sperone, traverso a sinistra poi placca, 5a, 20 m; sosta con catena

L3: fessura e bombamento un po’ verso destra, 5c, 30 m; sosta con catena

L4: placca e muretto strapiombante, 5c, 15 m; sosta con catena

L5: traverso a sinistra, 5c, poi placca liscia, 6b (A0), 15 m; sosta con catena

L6: traverso a destra poi sperone, 5a, corda fissa per superare una breve fascia di rododendri, 30 m; sosta con catena

L7: sperone, 4a, 30 m; sosta con catena

L8: sperone, 4a, poi 3°, 30 m; sosta su 2 fix.

Attraversare la cengia erbosa verso sinistra per circa 40 m e reperire la partenza del secondo salto. 

L9: placca, poi leggermente a sinistra, 5c, poi 5b, 30 m; sosta con catena

L10: placca che in alto diventa verticale, 5c, passo di 6a, poi 5b, 30 m; sosta con catena, (a sinistra è visibile la vecchia sosta della Via Lambada Gorge, aperta da Michele Fardo e Silvano Piovesan nel 1991 a ricordo di Giorgio Agosto, caduto in quell’anno dal Pilier Lomasti);

L11: placca inclinata, 4a, poi traversare a destra, (qui la via Giampi Simonetti aggira il salto rossastro stando a destra, i fix visibili che superano il tetto verso sinistra sono della Via Ugo Angelino) 4c, 30 m; sosta con catena

L12: placca inclinata, 4a, 25 m; sosta con catena

L13: placca inclinata, 4a, poi 3°, 30 m; sosta su 2 fix

Variante di attacco: per facilitare la partenza esiste una variante aperta da Teo Bizzocchi e Seba Biolcati. Salire la ferrata per circa 20 m; partenza verso destra, A0, fino a collegarsi con la seconda sosta della via originale, 3° e 4a, 30 m

Discesa: aggirare il blocco di roccia dove si sosta e andare verso destra su rododendri e erba. Poco dopo si incrocia il sentiero d’uscita del Canalino: seguirlo fino a raggiungere il sentiero del Limbo, la croce e, successivamente, per cresta, la cima del Mucrone, ore 0,15. Dalla cima scendere il sentiero ben segnato che passa vicino ai ruderi della Funivia Anticima e successivamente alla Bocchetta ed al Lago del Mucrone, ore 1.

Dafne Munaretto durante la prima solitaria (foto di Roby Caucino)

Foto-relazione

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Aprire una nuova via sulla Parete Piacenza non è stato facile, soprattutto per la difficoltà a trovare spazi liberi da vecchie vie e tentativi vari. Essendo la parete più famosa delle Alpi Biellesi, negli anni, ci hanno provato un po’ tutti. Tuttavia il percorso risulta quasi totalmente originale. Giampaolo Simonetti, conosciuto dagli amici come Giampi, è stato un noto imprenditore biellese, grande scialpinista e alpinista. Nel Biellese, a essere teatro della sua passione, sono state la Valle del Cervo, della quale era originario, e le montagne che circondano Oropa, meta di innumerevoli ascensioni ed escursioni scialpinistiche, in particolare il monte Bo e i Carisey al Mars, fra le cime preferite. Il suo nome, però, rimane legato soprattutto al Gran Paradiso, il massiccio amato in gioventù: alcune sue significative arrampicate degli anni del secondo dopoguerra, eseguite insieme al compagno di cordata Edi Torello, sono descritte e riportate nella guida CAI ai Monti d’Italia. La famiglia ha voluto, dedicandogli questa via, ricordare alle future generazioni di appassionati di montagna la figura di questo grande amante della natura e delle vette, uno sportivo dei tempi eroici dell’alpinismo.           

Roby Sellone

LINK INTERNI

– Leggi il racconto della prima solitaria di Dafne Munaretto su La mia prima prima solitaria
– Leggi il racconto e guarda le foto della prima invernale della Via Giampi Simonetti Oggi una prima invernale
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