Piz Ciavazes – Via Schubert

Piz Ciavazes - Via Schubert

La Via Schubert al Piz Ciavazes è una delle più belle arrampicate delle Dolomiti: la verticalità della parete, unita ad appigli ed appoggi proprio dove servono rendono questa via una vera danza verticale. Nonostante questo, la via è da considerarsi alpinistica poichè è necessario integrare le protezioni presenti di tipo tradizionale.

La via proseguirebbe anche oltre la Cengia dei Camosci, lungo il secondo salto, con altri 11 tiri: questa seconda parte di itinerario è tuttavia poco frequentata. Di seguito viene relazionata la prima parte, aperta da Karl Heinz Matthies e Pit Schubert il 26 maggio 1967. Il secondo salto è stato invece aperto la settimana successiva da Pit Schubert e Klaus Werner il 3 giugno 1967.

Dafne sul diedro di L1
Dafne su L2

Zona: Dolomiti del Sella, Piz Ciavazes

Quota di partenza (m s.l.m.): 2100 m

Quota di vetta (m s.l.m.): 2400 m circa alla Cengia dei Camosci

Apritori: prima salita K. H. Matthies e Pit Schubert nel 1967

Sviluppo arrampicata: 275 m

Tipo di apertura: dal basso con chiodi tradizionali

Esposizione: sud

Protezioni: chiodi tradizionali, clessidre, resinati per le prime 6 soste

Difficoltà: VI-, V+ obbl.

Note: per percorrere questa via è necessaria buona esperienza alpinistica nel trovare l’itinerario e nell’integrare le protezioni presenti

Equipaggiamento: normale da arrampicata, friends fino al 3 B.D., kevlar per clessidre e allunghi

Accesso: da Canazei salire verso passo Sella, quando la strada passa proprio sotto alla parete, parcheggiare in uno degli slarghi presenti a bordo strada

Avvicinamento: salire per tracce prima nel bosco e poi per ghiaioni verso il settore centrale della parete. La via attacca in un diedro giallo nella parte destra del settore centrale, circa 20 metri a sinistra del canale che divide tale settore da quello destro. Ore 0,20.

Gianni su L3
Gianni sulla placca di L4

Relazione

L1: dopo un breve zoccolo, II, salire il diedro giallo, V+ (alcuni appoggi patinati), raggiunto un chiodo con cordino uscire a sinistra ed affrontare una placca quindi una fessurina, VI-, traversare a destra (chiodi accoppiati), breve passo VI-, e salire in una grossa fessura con andamento verso destra, raggiungendo una sosta su 2 resinati con anello, 40 m
 
L2: salire l’evidente diedro-camino con andamento verso destra, IV+, raggiungendo una nicchia di rocce rotte, sosta leggermente a sinistra su 2 resinati con anello, 17 m
 
L3: continuare nella fessura verso destra superando un piccolo strapiombino, IV+, proseguire sempre nella splendida fessura-camino, sosta su 2 resinati con anello, 25 m
 
L4: salire ancora lungo la fessura per una decina di metri, V+, quindi seguendo le protezioni salire verso sinistra in placca e tornare verso destra con bellissimi buconi, V+, salire quindi la breve placcaVI-, e salire leggermente verso sinistra, sosta in uno strapiombino giallo su 2 resinati con 2 anelli, 40 m
 
L5: salire la fessura camino verso lo spigolo di destra fino a raggiungerne la fine nei pressi dello spigolo di destra, V, ad un chiodo attraversare a sinistra con buoni appigli, V, e proseguire in placca appena a destra di un vago diedro con leggero andamento verso destra, V-, sosta su 2 resinati con anello, 40 m
 
L6: traversare a sinistra girando lo spigolo (se si segue la fessura di destra si affronta una variante di VI+), V-, ad una clessidra poco visibile salire su bella placca lavorata, V-, e raggiungere la cengia su cui si sosta su 2 resinati con anello, 25 m
 
L7: traversare a destra e salire lungo una fessura, IV+, quindi salire la placca lavorata (poche protezioni presenti), IV+, raggiungere leggermente sulla destra una vecchia sosta su chiodo e clessidra e superarla salendo uno bombamento, V-, fino a raggiungere una vaga nicchia di roccia gialla ove è presente la sosta su 3 chiodi con cordone, 45 m
 
L8: aggirare verso destra il bombamento e tornare verso sinistra, IV, seguire quindi una vaga rampetta verso destra (clessidre), IV-, ed uscire sulla cengia facendo attenzione ai sassi instabili, sosta su grosso chiodo cementato sul muretto roccioso che si trova di fronte all’uscita, 45 m
 
Discesa: salire il breve risalto roccioso sopra al chiodo cementato, quindi seguire la traccia lungamente verso sinistra (viso a monte), superando un enorme tetro anfiteatro, raggiungendo un tratto attrezzato con cavo metallico. Qui si passa in un buco e si prosegue su cengia esposta sempre assicurati al cavo, fino ad aggirare uno spigolo ove finisce il cavo e prosegue una traccia che conduce ad un breve canale detritico (presenti due clessidre successive sulla cengia per eventuale assicurazione). Sceso il breve canale proseguire ancora per traccia che, ove diviene più ripida, porta ad una sosta da calata. Una calata di 25 metri deposita sulla traccia che si riconduce alla discesa dalla Prima e Seconda Torre di Sella. Seguire ancora queste tracce sempre in direzione ovest, che conducono ad una seconda calata di 30 metri (presente in alternativa un secondo ancoraggio di calata posto appena più avanti) che deposita al sentiero alla base delle rocce. Dopo un tratto di sentiero, scendere ancora un breve passaggio con cavo metallico, quindi abbandonare la traccia che prosegue verso ovest per il Passo Sella svoltando a sinistra in direzione della parete, raggiungendo un breve tratto su pietraia, ghiaioni, quindi il bosco e successivamente la strada. Ore 1,20.
Dafne sul traverso di L6
Gianni su L7

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