Piz Ciavazes – Diedro Buhl
Piz Ciavazes - Via Micheluzzi + Diedro Buhl
Il Diedro Buhl al Piz Ciavazes si raggiunge salendo le prime cinque lunghezze della Via Micheluzzi. Il Diedro Buhl nascerebbe infatti da un errore di Herman Buhl nel voler ripetere la Micheluzzi: egli sbagliò il traverso salendo troppo, quindi si trovò ad aprire un nuovo itinerario che lo condusse in un enorme e repulsivo diedro giallo che caratterizza gli ultimi tre tiri della via.
Questo itinerario richiede una buona esperienza alpinistica per orizzontarsi nella ricerca dei passaggi poiché le protezioni sono talvolta molto distanti e poco visibili. Tutte queste caratteristiche contribuiscono a rendere questa via di grande soddisfazione.



Zona: Dolomiti del Sella, Piz Ciavazes
Quota di partenza (m s.l.m.): 2100 m
Quota di vetta (m s.l.m.): 2400 m circa alla Cengia dei Camosci
Apritori: prima salita Luigi Micheluzzi e Ettore Castiglioni 26 settembre 1935 (per le prime 5 lunghezze) – Hermann Buhl e Walter Streng nel 1949
Sviluppo arrampicata: 400 m
Tipo di apertura: dal basso con chiodi tradizionali
Esposizione: sud
Protezioni: chiodi tradizionali, clessidre, 1 resinato, resinati e/o fix per le soste
Difficoltà: VI+, VI A0 obbl.
Note: per percorrere questa via è necessaria buona esperienza alpinistica nel trovare l’itinerario e nel giocarsi bene le protezioni veloci nonchè gli allunghi, poichè le protezioni presenti in molti tratti sono poche
Equipaggiamento: normale da arrampicata, friends fino al 3 B.D. indispensabili, kevlar per clessidre e allunghi
Accesso: da Canazei salire verso passo Sella, quando la strada passa proprio sotto alla parete, parcheggiare in uno degli slarghi presenti a bordo strada
Avvicinamento: salire per tracce prima nel bosco e poi per ghiaioni verso il settore centrale della parete. Freccia e scritta “MI” scolpita alla base, visibile un cordone a pochi metri da terra. Ore 0,20.



Relazione
L1 (Micheluzzi): salire ad una clessidra con cordone, V, proseguire con andamento verso destra cercando il facile (presente un altro cordone), superare un tratto verticale con buone maniglie, V, raggiungendo una vecchia sosta con tre chiodi, qui traversare a destra per cengia, IV, sosta su 2 resinati con anello di calata, 30 m
L2 (Micheluzzi): salire verticalmente in leggera sinistra in direzione del diedro giallo, V, superare un bombamento con appigli patinati (qui i chiodi portano ad aggirare il bombamento sulla sinistra per tornare poi a destra verso il diedro), V+, proseguire nel bel diedro fessurato che si sale, V, raggiunto il tettino uscire a destra con appigli patinati, V-, proseguire traversando a destra su cengia per 4 metri, sosta su 2 resinati con anello di calata, 30 m
L3 (Micheluzzi): salire in placca abbattuta per circa 10 metri fino ad una cengia (si incontrano 2 chiodi), III+, al secondo chiodo traversare a sinistra circa una decina di metri su cengia superando una clessidra terrosa e raggiungendo un vecchio chiodo, qui salire per vago diedro giallo con lame del da proteggere, V, ed uscire su cengia, sosta su 2 resinati e un fix, 35 m (allungare le protezioni)
L4 (Micheluzzi): salire verso destra ad un resinato, VI, proseguire nel diedro-canale con leggero andamento verso sinistra, IV, spostarsi un paio di metri a destra e salire nuovamente un diedro-canale con andamento verso sinistra che si segue superando alla fine un piccolo tratto strapiombante, VI, (poche protezioni lungo il tiro), sosta su 2 resinati con 2 anelli di calata, 40 m
L5 (Micheluzzi): traversare destra su facile cengia, III, sosta su 2 resinati ed 1 fix con un altro resinato più lontano, 15 m (qui la Micheluzzi traversa a destra)
L6 (Diedro Buhl): salire il diedro da proteggere, VI, dopo circa 8 metri una spaccatura gialla orizzontale permette di traversare a destra con 3 chiodi (ignorare il cordone che penzola sopra al diedro), VI, raggiungendo una sosta su 4 chiodi (se si pensa di utilizzare questa dubbia sosta valutare molto bene le protezioni presenti), uscire a destra in placca (nascosto troverete un chiodo) e puntare ad una piccola evidente clessidra (ce n’è un altra un po’ più in basso difficile da infilare), VI-, salire quindi l’evidente diedro da proteggere, sosta su 2 fix in cima ad una grande lama che crea uno spuntone, 40 m
L7 (Diedro Buhl): salire con andamento verso destra (visibili due chiodi dalla sosta), V, raggiunto un chiodo con sopra di esso una clessidra con cordone salire su muro a buchi, VI- (abbiate fiducia che si troverà chiodo dietro una lama), proseguire ancora in traverso verso destra stando sempre sotto un tettino di roccia brutta ed incrociando una linea di fix, trovando una clessidra che conduce ancora verso destra ad una fessura con vecchio friend incastrato, V+, salire quindi lungo la fessura, V, e raggiungere la sosta su 2 fix, 40 m
L8 (Diedro Buhl): salire verso sinistra per imboccare il grande diedro che non si abbandonerà fino alla fine della via, IV+ poi V, (presenti solo 2 chiodi), sosta scomoda su 2 fix sotto una grossa lama, 45 m
L9 (Diedro Buhl): salire leggermente verso destra sfruttando i buchi per superare la grossa lama (presente un cordone), V+, quindi affrontare l’ostico inospitale diedro molto patinato, VI+ poi VI, (delle poche protezioni presenti due sono cunei di legno dei tempi dell’apertura), seguire sempre lungamente il diedro, VI-, superare una clessidra con cordoni ed un chiodo, VI-, e reperire tre clessidre su cui si allestisce la sosta, 45 m
L10 (Diedro Buhl): salire ancora ad un cordone (presente prima di esso un chiodo che non si vede dalla sosta) e superare il bombamento, V, uscire sui ghiaioni, sosta su grosso anello cementato sulla Cengia dei Camosci, 20 m
Discesa: seguire la traccia lungamente verso sinistra (viso a monte), superando un enorme tetro anfiteatro, raggiungendo un tratto attrezzato con cavo metallico. Qui si passa in un buco e si prosegue su cengia esposta sempre assicurati al cavo, fino ad aggirare uno spigolo ove finisce il cavo e prosegue una traccia che conduce ad un breve canale detritico (presenti due clessidre successive sulla cengia per eventuale assicurazione). Sceso il breve canale proseguire ancora per traccia che, ove diviene più ripida, porta ad una sosta da calata. Una calata di 25 metri deposita sulla traccia che si riconduce alla discesa dalla Prima e Seconda Torre di Sella. Seguire ancora queste tracce sempre in direzione ovest, che conducono ad una seconda calata di 30 metri (presente in alternativa un secondo ancoraggio di calata posto appena più avanti) che deposita al sentiero alla base delle rocce. Dopo un tratto di sentiero, scendere ancora un breve passaggio con cavo metallico, quindi abbandonare la traccia che prosegue verso ovest per il Passo Sella svoltando a sinistra in direzione della parete, raggiungendo un breve tratto su pietraia, ghiaioni, quindi il bosco e successivamente la strada. Ore 1,20.



Per questa via abbiamo utilizzato il materiale GRIVEL:
- Casco Mutant
- Imbraghi Levante
- Rinvii Alpine Plume
- Assicuratore Master Pro
- Moschettoni Plume Nut K3N
- Zaino Radical Light 21 e Spartan 30
Foto-relazione


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