Dito Dones – Via del Vento

Dito Dones - Via del Vento

La Via del Vento è un’arrampicata divertente e molto ben protetta che sale per successivi salti di roccia fino a raggiungere la Croce di vetta del Dito Dones.

La chiodatura ravvicinata permette un grado obbligatorio relativamente basso, ma per apprezzare e godere di questa bellissima arrampicata libera, a nostro avviso, è consigliato avere una buona resistenza.

Il suggestivo Dito Dones con i suoi contrafforti. A sinistra lo Zucco di Teral.

Zona: Lecco, Ballabio

Quota partenza (m s.l.m.): 700 al parcheggio, 1000 circa all’attacco della via

Quota vetta (m s.l.m.): 1106

Apritori: prima salita di Franco Asperti, Giancarlo Bresolin, Fulvio Luraschi, Giorgio Frigeni, Giovanni Vecchi nel 2017

Sviluppo arrampicata: 170 m tra arrampicata e trasferimenti

Tipo di Apertura: dal basso con fix

Esposizione: sud-est

Protezioni: fix ravvicinati 

Difficoltà: 6b+, 5c obbl.

Note: arrampicata spesso fisica, se si mungono tutti i rinvii si sale, ma ci si perde la vera essenza di questa bellissima scalata. Consigliamo di percorrerla con un buon 6b per divertirsi davvero.

Equipaggiamento: normale da arrampicata

Accesso: a Lecco seguire la superstrada per la Valsassina. Giunti a Ballabio, prendere la strada che conduce ai Piani Resinelli. Poco prima del ponticello sul Torrente Grigna fermarsi in un piccolo parcheggio sulla sinistra (pochi posti).

Avvicinamento: proprio di fronte al parcheggio, a fianco ad un piccolo bar (scritta BAR sbiadita sull’edificio), imboccare il Viottolo ai Lavaggioli. Dopo circa 20 metri questo diviene sentiero che sale nel bosco costeggiando le recinzioni. Seguire per circa 10 minuti il sentiero, fino ad un bivio in corrispondenza di un grande prato: qui salire a sinistra puntando verso l’evidente Dito Dones. Superare una strada sterrata proseguendo per sentiero che sale ancora brevemente per poi divenire pianeggiante, oltrepassando la direttiva della cima del Dito, fino a raggiungere un evidente ometto in corrispondenza di una piccola barra rocciosa. Qui è visibile il primo fittone della Via Lunga, circa 4 metri a sinistra di esso è presente la targa della Via del Vento. Ore 0,40.

Gianni su L3

Relazione

L1: salire su roccia gialla poco solida, 6a, superare uno strapiombino fessurato molto fisico, 6a+, proseguire su tratto più appoggiato, 5c, quindi salire lungo una spaccatura, 6a, sosta su 1 fix e 1 resinato con catena, 20 m

Trasferimento: salire a sinistra su vago diedro erboso, II, proseguire per tracce fino ad un terrazzo alla base del salto successivo, fix con piastrina con nome della via leggermente sulla destra, 20 m

L2: salire a destra dietro lo spigolo aiutandosi con la vegetazione, attaccare il muro verticale ben ammanigliato, 6a, dopo una cengia proseguire su placca verticale povera di appigli, 6b, sa cui si esce verso destra su roccia grigia, 5c poi 5b, fino alla sosta con catena, 20 m

Trasferimento: per tracce raggiungere una sella da cui si segue a sinistra il cavo della via ferrata per circa 20 m, che conduce proprio sotto al grande diedro, a sinistra del quale è presente un diedrino con spigoletto, fix con targhetta della via, 30 m

L3: salire lo spigoletto grigio, 5b, quindi affrontare la successiva placca gialla, 5c, sosta su piccolo terrazzino, sosta con grossi 3 fix con catena, 15 m

L4: salire lo splendido muro giallo verticale con maniglie e tacche fino ad un tratto più tecnico e strapiombante, 6b/6b+, uscire su tratto più appoggiato, 5c, sosta su 4 grossi fix con catena ed anellone, 20 m (il grado di questa lunghezza è dato per la continuità, non per i singoli passaggi)

L5: affrontare la breve placca sopra la sosta, 5c, uscire aiutandosi con il cavo di ferro (attenzione ai sassolini in uscita), seguendo il cavo si giunge ad una grande terrazza sotto l’ultimo risalto roccioso, sosta su 1 fix o sui cavi della ferrata, 25 m

L6: salire il bel muro giallo con buoni appigli, 6a, superare la ferrata con un secondo muretto verticale, 6a, fino alla Croce di Vetta, sosta con catena, 20 m

Discesa: dalla cima una calata di 20 m deposita alla terrazza di S5. Da qui scendere brevemente seguendo le tracce che portano verso sinistra (viso a valle), che circondano la cima del Dito e conducono alla forcella tra il Dito Dones e lo Zucco di Teral. Qui seguire la cengia attrezzata con catene in direzione nord, quindi per sentiero raggiungere il bosco e brevemente senza deviazioni ritornare all’ometto di attacco. Da qui per sentiero di salita. Ore 1 dalla cima.

Dafne sul bellissimo L4
Dafne su L6

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