Tofana di Rozes – Primo Spigolo

Tofana di Rozes - Primo Spigolo (Alverà-Pompanin)

La Via Primo Spigolo alla Tofana di Rozes è uno splendido itinerario storico di grande bellezza, salito per la prima volta con coraggio dai fortissimi A. Alverà e U. Pompanin nel 1946. Nonostante la lunghezza della via la qualità della roccia è sempre pressoché ottima, ma è necessario un buon intuito per non perdere l’itinerario corretto: non mancano infatti alcuni chiodi fuori via di errori passati, che possono confondere. Una salita di tipico stampo dolomitico, con protezioni tradizionali (eccetto alcune soste a fix), di grande soddisfazione.

Il gruppo delle Tofane è stato protagonista del primo conflitto mondiale: sono evidenti i resti di fortini, gallerie o piccoli crateri evidentemente creatisi a seguito di esplosioni.

Una viaggio nella storia dell’alpinismo e dell’umanità, nel bene e nel male.

La Tofana di Rozes alle luci del mattino, evidente il primo spigolo sulla destra
L'attacco

Zona: Gruppo delle Tofane

Quota di partenza (m s.l.m.): 2083 m (Rifugio Dibona), 2350 m all’attacco della via

Quota di vetta (m s.l.m.): 2800 m il termine della via

Apritori: A. Alverà e U. Pompanin nel 1946

Sviluppo arrampicata: 520 m

Tipo di apertura: dal basso con chiodi tradizionali

Esposizione: sud-est

Protezioni: fix su alcune soste, chiodi tradizionali, clessidre

Difficoltà: V+, V obbl.

Note: arrampicata su ottima roccia, con protezioni spesso rade che rendono necessario un buon intuito alpinistico per non perdere la via 

Equipaggiamento: normale da arrampicata, friends fino al 3 B.D., kevlar per clessidre 

Accesso: da Passo Falzarego, scendere qualche chilometro verso Cortina, e raggiungere il Rifugio Dibona. Se si arriva da Cortina salire verso il Passo Falzarego trovando sulla destra la strada che conduce al Rifugio Dibona con ampio parcheggio.

Avvicinamento: salire lungo il sentiero 403 che porta al Rifugio Giussani per circa 500 m: ad un bivio seguire il sentiero 442 (indicazioni per la Ferrata Lipella). Dopo alcuni tornanti sui ghiaioni si raggiunge la base della parete e qui si devia a destra su buona traccia che conduce all’evidente spigolo. L’attacco si trova nel diedro a sinistra della linea dello spigolo, su piazzola con evidenti segni di passaggio. Ore 0,50.

Gianni su L3
L'aggiramento esposto dell'estetico spigolo su L7

Relazione

L1: salire il vago diedro, III, superare un tratto fessurato, IV+, proseguire seguendo la direttiva del diedro per rocce lavorate, IV, oltrepassare 2 clessidre con cordoni (vecchia sosta), circa 8 metri dopo traversare fuori dalla direttiva del diedro circa 3 m a sinistra per reperire la sosta su 2 fix, (nel diedro è presente una sosta a chiodi), 55 m

L2: tornare nel diedro fessurato quindi salirlo con bellissima arrampicata, V, sosta su 1 clessidra e 4 chiodi (uno poco visibile dentro la fessura), 25 m

L3: salire un tratto molto verticale sopra la sosta, V+, proseguire lungo il diedro, dove si biforca si può salire sia a destra che a sinistra, V+ a sinistra, V a destra, usciti dalle difficoltà è presente una cengia in cui a sinistra c’è una sosta su 3 chiodi, consigliamo di ignorarla perché salendo ancora lungo la direttiva del diedro per circa 10 m, III, si raggiunge la sosta su 2 fix, 40 m

L4: salire verso sinistra senza percorso obbligato seguendo il facile, III, reperire una sosta su chiodo e clessidra su una cengia, 50 m

L5: salire lungo la fessura, IV+, poi traversare decisamente a destra per una decina di metri con un primo passo in discesa, III, salire un muretto, III, sosta su 1 clessidra, 20 m

L6: salire una bella fessura, IV, (appena a sinistra è presente un tricam incastrato), proseguire tendendo verso lo spigolo, III, oltrepassare una cengia con sosta su 2 chiodi e proseguire circa 10 m lungo lo spigolo, III, fino a raggiungere un pulpito con sosta su 2 fix, 45 m

L7: traversare decisamente a destra in esposizione su roccia gialla, IV+, fino a una sosta su 4 chiodi, 10 m

L8: salire un diedro con una successiva pancia strapiombante, V+, sbucare su un terrazzino ed ignorare le due soste a chiodi presenti sulla destra, proseguire quindi lungo una logica rampa che sale con andamento verso destra, III, fino a raggiungere una sosta su 2 fix, 20 m (qui alcune relazioni propongono un aggiramento della facile rampa sulla destra, che noi non abbiamo percorso)

L9: salire lungo la lama, IV+, raggiungendo una cengia da cui si imposta sulla destra un breve camino, salirlo, V, ed uscire su una grande cengia detritica che porta al salto superiore, II, reperire la sosta a sinistra dello spigolo (tracce evidenti), sosta su 2 fix, 50 m

L10: salire il bellissimo diedro (presente un chiodo), quindi spostarsi leggermente a sinistra ed in corrispondenza di 2 vecchi chiodi superare un bombamento verso sinistra, V, proseguire per bellissimo vago diedro lavorato, IV+, quindi raggiungere il camino con 2 cordoni su chiodi (ignorare un vecchio chiodo che porterebbe verso lo spigolo a destra), raggiunto il secondo cordone affrontare il passaggio nella fessura parallela a sinistra, V, quindi tornare verso destra al terrazzo con sosta su 2 fix, 45 m

L11: salire verso destra e girare oltre lo spigolo con passaggio esposto, IV, salire leggermente verso destra raggiungendo un vecchio chiodo quindi su una vaga cengia una fettuccia tagliata su clessidra, III, superare quindi una breve pancia in direzione di un vecchio chiodo, V+, poi per facili rocce, III+, puntare in direzione dello spigolo e reperire la sosta appena a sinistra di esso, sosta su 2 fix, 35 m

L12: salire verso lungo il diedro sul lato sinistro dello spigolo, IV-, quindi moschettonato un vecchio chiodo traversare a sinistra ed attraversare un camino, IV-, proseguire per facili rocce verso il filo dello spigolo su ampio terrazzo, III-, possibile sosta sosta su chiodo e friend alla base del camino successivo, oppure sosta su clessidra, friend e spuntone a destra del camino, 25 m

L13: salire il camino, IV, quindi proseguire aggirando a destra lo spigolo e salire per rocce rotte su grande cengia, sosta su 2 fix, 30 m

L14: superare una placca lavorata sopra la sosta, IV, affrontare un piccolo strapiombo ben ammanigliato ma sprotetto, V+, superare una bellissima placca, V, obliquare leggermente a destra su cengia, sosta su 2 chiodi distanziati, 20 m

L15: salire il tratto verticale sopra la sosta, IV+, proseguire direttamente raggiungendo il filo dello spigolo che si segue, III, fino ad incontrare una sosta su 1 fix e spuntone, 30 m

L16: proseguire sullo spigolo verso il caratteristico gendarme, II, ed uscire sui ghiaioni sommitali, 20 m

Discesa: seguire sui ghiaioni l’evidente traccia che scende leggermente raggiungendo un canale da cui si prosegue su cengia detritica esposta ma ben attrezzata con alcuni resinati che permettono una progressione protetta a corda lunga. Aggirare l’ultimo sperone e raggiungere il sentiero che prosegue su pietraie in vista del Rifugio Giussani. Si può raggiungere il suddetto rifugio tenendo la sinistra sulla traccia, oppure scendere fino si ruderi del rifugio Cantore, da cui in breve si raggiunge il grande sentiero principale che porta al Rifugio Dibona. Ore 1.

Dafne sul bellissimo L10
Dafne aggira nuovamente lo spigolo su L11
Dafne sullo strapiombino di L14
Il singolare gendarme di uscita
La cengia esposta di discesa

Foto-relazione

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