Da Biella ad Oropa – Sentiero della Madonna

Da Biella ad Oropa per il Sentiero della Madonna

Andare ad Oropa a piedi senza toccare l'asfalto

Il Sentiero della Madonna o Sentiero Oropa o originariamente Sentiero dei Pellegrini (segnavia D1) è un gioiello del biellese: permette infatti da Biella di raggiungere il Santuario di Oropa senza minimamente toccare le strade trafficate, camminando sempre su sentiero o su strade sterrate. 

Purtroppo ad oggi non è adatto a tutti in quanto richiederebbe lavori di manutenzione, pulizia e segnalazione. Lungo il percorso sono infatti presenti molti cartelli indicatori, ma in diversi punti occorre buon senso dell’orientamento, in particolare nella parte alta dell’itinerario.

In questa relazione cerchiamo di riportare il più dettagliatamente possibile questo percorso, affinché qualche appassionato camminatore si cimenti nell’itinerario.

Sappiamo che l’amministrazione comunale è già orientata verso la valorizzazione e la manutenzione di questo bellissimo sentiero: con questa nostra relazione vogliamo anche noi caldeggiare il ripristino di questo percorso, che riteniamo di fondamentale importanza per il nostro territorio.

Stagione: tutto l’anno
Luogo di partenza consigliato: Biella, Chiesa ed Oratorio di San Giuseppe
Lunghezza del percorso: 12,5 km
Tempo di percorrenza: 4 ore e 30 minuti
Dislivello positivo: 750 m
Equipaggiamento: normale da escursionismo
Difficoltà: E

Scala delle difficoltà dell’escursionismo:
T = turistico. L’itinerario si svolge su stradine, mulattiere o sentieri ben tracciati.
E = escursionistico. L’itinerario si svolge su sentieri o tracce di sentiero ben visibili, normalmente con segnalazioni.
EE = per escursionista esperto. L’itinerario può essere segnalato o può avere tratti non segnalati. Richiede capacità di muoversi su terreni impervi o infidi, tratti rocciosi con lievi difficoltà tecniche o tratti attrezzati con corde fisse.

Il percorso parte dalla Chiesa di San Giuseppe di Biella ed attraverso il sentiero del Gorgomoro conduce in leggero falsopiano al ponte tra Cossila e Pralungo: successivamente per bellissimi prati e boschi si giunge alla località Antua (Cossila), quindi al Favaro. Fin qui si percorrono circa 225 m di dislivello, per la maggior parte risalendo nei pressi del Torrente Oropa.

Dalla frazione del Favaro inizia la vera e propria salita che, attraverso lo splendido Eremo di San Bartolomeo (oggi utilizzato come cascina) e successivamente la Scala del Pellegrino, conduce all’ultimissimo tratto dell’antico percorso della tramvia, quindi al Prato delle Oche del Santuario di Oropa. Questa parte del sentiero guadagna i restanti 525 m di dislivello.

Per la sua conformazione l’itinerario può essere percorso a tappe. La segnaletica principale è ben evidente ma a questa si sono sovrapposte altre segnaletiche: bisogna in ogni caso essere attenti per non sbagliare. Lungo il percorso sono stati posti alcuni adesivi gialli e neri che indicano il Cammino per Oropa, in alcuni tratti possono essere utili per seguire la giusta traccia.

Per i più allenati è possibile combinare la salita del Sentiero della Madonna con la discesa dal Sentiero del Trenino. In alternativa è possibile prendere il comodo bus urbano che riporta a Biella.

Attenzione: il percorso presenta alcuni cartelli con la segnalazione di sentiero dissestato

Percorso

Prima parte: da Biella San Giuseppe a Cossila

Da Biella San Giuseppe parte l’itinerario che porta ad Oropa: qui è presente il pannello d’inizio che illustra la salita. 

Appena prima del piazzale della Chiesa di San Giuseppe imbocchiamo quindi la mulattiera pianeggiante a destra (Strada del Gorgomoro) che conduce nei pressi del Torrente Oropa: si percorre quindi questo tratto in falsopiano dove sono presenti passerelle e ponticelli di legno, un tempo molto gradevoli ma che oggi richiederebbero lavori di manutenzione.

Le passerelle del Sentiero del Gorgomoro

Si giunge quindi ai resti di un antico mulino, risalente al 1837 e di un’antica fucina, anch’essa Ottocentesca, dove venivano forgiati gli attrezzi per l’agricoltura, l’edilizia, la falegnameria e le armi.

Poco oltre si trovano i resti dell’impianto teledinamico del Lanificio Gilardi, risalente al 1871: l’impianto sfruttava l’acqua del Torrente Oropa (derivata più a monte), grazie alla quale si metteva in moto un sistema di ruote sostenute da grandi pilastri (uno di questi è osservabile a sinistra del sentiero), che facevano muovere l’albero motore dello stabilimento.

I resti dell'antico impianto teledinamico

Poco oltre si giunge ad un bivio e qui si prende il sentiero a sinistra, tralasciando sulla destra un ponte sul Torrente Oropa.

Subito dopo un cartello indica a sinistra il percorso in maniera equivoca (se si legge attentamente indica infatti l’uscita per Cossila Gilardi): qui bisogna invece proseguire verso destra superando un tratto spesso fangoso, dirigendosi verso uno stabilimento e costeggiandone il muro: dopo circa 200 metri si giunge nei pressi del ponte tra Cossila e Pralungo. In alternativa, se si procede nella direzione indicata dal cartello, si sale nel bosco e si esce sulla strada asfaltata: qui, scendendo a destra per circa 200 m si giunge nei pressi del ponte tra Cossila e Pralungo.

Il bivio che può trarre in inganno. Per il Sentiero Oropa proseguire dritto, il cartello segnala infatti l'uscita per Cossila Gilardi

Seconda parte: da Cossila al Favaro

Proprio prima del ponte tra Cossila e Pralungo si individua una scaletta che sale con le indicazioni del Sentiero per Oropa. Si affronta dunque la seconda parte dell’itinerario. 

Salendo la scaletta ci si porta in un tratto con un bellissimo prato, quindi si ritorna a costeggiare il torrente in maniera simile al tratto precedentemente percorso, tra bellissime lame e radure e fiancheggiando i terreni di alcune cascine, con bellissima vista sulle montagne.

Splendida vista sulle montagne dai prati di Cossila

Proseguendo il sentiero in falsopiano si arriva ad una sbarra gialla che si supera e si procede costeggiando l’impianto idrico per circa 300 m fino ad una deviazione: qui si segue a sinistra (indicazioni per Sentiero per Oropa e Antua) e si inizia a salire nel bosco.

Ad un certo punto nel bosco è presente un bivio: il sentiero che sale ripido sulla destra è segnalato con bolli arancioni ed è semplicemente una scorciatoia che si immette lungo la sterrata evitando il punto panoramico. Si consiglia quindi di prendere il sentiero che prosegue dritto e che porta nei pressi di una proprietà privata. Poco dopo è presente una bellissimo terrazzo panoramico con vista sul biellese e sulla Serra.

Oltrepassare la sbarra gialla, quindi svoltare a sinistra e salire nel bosco

Tenere quindi la destra ed immettersi in una strada sterrata che si segue senza deviazioni e con lungo falsopiano ci porta al Favaro. In questo tratto sono presenti alcune apparenti deviazioni che in realtà portano a proprietà private, che ovviamente sono da ignorare. 

Sul sentiero è presente anche una singolare scultura di legno dal titolo “L’Elefante Incazzato” e, poco oltre, una cappelletta dedicata alla Madonna.

La sterrata giunge quindi nell’abitato del Favaro di Là.

Singolare scultura di legno dal titolo "L'elefante Incazzato"
I bellissimi scorci lungo il percorso

Terza parte: dal Favaro al Santuario di Oropa per l'Eremo di San Bartolomeo

Ci si trova in Strada Cantone Votta e Cellone e, tenendo la sinistra si prosegue tra la borgata. Al primo incrocio proseguire dritto, successivamente immettersi a destra in Strada Favaro di Là: dopo una cappelletta proseguire per circa 100 m, fino ad incontrare sulla sinistra tra le case una scaletta con le indicazioni del Sentiero per Oropa.

La cappelletta nella borgata del Favaro di Là
La scaletta che conduce alla terza parte del percorso

Salendo la scaletta ed il sentiero si gode di una bellissima vista sulla frazione. Si prosegue quindi nel bosco per lungo tratto, fino ad arrivare nei pressi di una cascina. Qui è possibile perdersi in quanto la segnaletica è poco visibile.

Senza indugio proseguire dritto anche se la traccia si è persa: leggermente a sinistra si trova su di un masso sotto un gruppo di grandi alberi un segnavia raggiunto il quale si può vedere un vecchio cartello bianco che indicava “Sentiero dei Pellegrini”. Qui spesso il terreno è paludoso e bisogna superare senza paura il tratto fangoso per poi ritrovare subito dopo il sentiero.

Nei pressi di una cascina proseguire dritto secondo le indicazioni

Proseguendo si giunge ad un meraviglioso bosco di conifere, che regalano un tratto di bosco paesaggisticamente unico nel suo genere e raro da trovarsi nel biellese.

Il meraviglioso bosco di conifere

Dopo circa 10 minuti si giunge ad un ponte di legno che si supera: successivamente il sentiero, leggermente chiuso dalla vegetazione, ci conduce in un grande prato nei pressi di una cascina.

Attenzione che qui il segnavia D1 è posto in maniera errata sulla sinistra. Bisogna invece proseguire dritto, costeggiando la cascina per raggiungere la sterrata che conduce alla cascina stessa: qui su un palo dell’elettricità sono affissi gli adesivi gialli e neri che in questo caso sono d’aiuto. Si segue quindi la sterrata verso destra che in breve ci conduce alla strada asfaltata.

Raggiungere la strada sterrata che porta alla cascina

Raggiunto l’asfalto si tiene la sinistra, quindi all’incrocio successivo si sale nuovamente a sinistra (presente la segnaletica). Qui si gode si una splendida vista sulla pianura e sui pascoli montani.

Pascoli montani

Poco prima di una grande struttura abbandonata è presente una deviazione a destra su strada sterrata con cartello indicatore e pannello del Sentiero per Oropa.

Vista sulla pianura

Si prosegue quindi lungo la sterrata, si supera un ponte in cemento, quindi si prende a sinistra (vecchio cartello con la scritta “Oropa”). Qui si prosegue nel bosco e dopo circa 10 minuti si può scorgere da una radura il bellissimo Eremo di San Bartolomeo, oggi utilizzato come cascina. Lo si raggiunge infatti proseguendo lungo il sentiero in leggera discesa che si immette nella sterrata che porta all’eremo stesso.

Vista sull'Eremo di San Bartolomeo

L’Eremo di San Bartolomeo, edificato probabilmente tra il VIII e IX secolo, fu il precursore del Santuario Mariano: qui veniva data ospitalità ai viandanti provenienti dalla Valle d’Aosta attraverso il Colle della Barma e successivamente ai pellegrini.

San Bartolomeo

Proseguire quindi costeggiando la stalla e portarsi sul retro della cascina dove sale a sinistra il sentiero che dopo circa 15 minuti conduce al torrente. Qui era presente un ponte che una piena ha distrutto (è ancora visibile poco più in basso. E’ necessario quindi guadare il torrente e riprendere il sentiero che prosegue sull’altra sponda.

Si raggiunge quindi l’ultima fatica del sentiero, la cosiddetta Scala dei Pellegrini che si sviluppa in un bellissimo bosco di faggi. L’origine è dovuto al fatto che, avvicinandosi al Santuario, la marcia dei pellegrini era scandita dalla preghiera ed in particolare dal Rosario: questa ultima salita è frazionata in 3 sezioni (come i gruppi di Misteri del Rosario), ciascuna delle quali è suddivisa in 5 rampe, corrispondenti alle decine di Ave Maria di ogni gruppo di Misteri. Contribuiscono inoltre a superare il dislivello 150 scalini, che ricordano se pur in maniera rudimentale la Scala Santa. Nei tornanti sono presenti delle targhette in legno che ricordano le altre sedi di pellegrinaggio Mariano nel biellese.

La Scala dei Pellegrini, ad ogni tornante una targa di legno ricorda i luoghi del culto Mariano

Concluso il dislivello si giunge quindi al sedime della vecchia tramvia Biella-Oropa, seguendo a destra in breve si giunge al Prato delle Oche e quindi al Santuario di Oropa.

La meta finale del percorso: il Santuario di Oropa

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– Vedi anche Da Biella ad Oropa – Sentiero del Trenino

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