Cima Ovest, la Cassin ed il biglietto per L’Eiger

Cima Ovest, la Cassin ed il biglietto per l'Eiger

Una scalinata rovesciata da salire al contrario. Per guardare la parete da sotto ci si deve girare di spalle.

Cima Ovest di Lavaredo, Via Cassin.

Gianni sul celebre traverso della Cassin nel 1988
Nord della Cima Ovest di Lavaredo. Disegno di Alberto Graia

La Parete Nord dela Cima Ovest di Lavaredo. Disegno di Alberto Graia

Oltrepassata la Forcella di Mezzo il sentiero piega a destra ed in breve conduce agli immani strapiombi.

La visione che appare quasi di colpo sul versante nord delle Cime di Lavaredo è di una severità grandiosa, il desiderio di arrampicare quei gialli protesi nel vuoto, a lungo sognato nelle foto e nelle relazioni tecniche lascia spazio ad un senso di smarrimento quasi fisico, che si sente nello stomaco.

Era il 1988, piena estate, ci stavamo allenando per tentare la Parete Nord dell’Eiger, cercavamo una via che mettesse alla prova la nostra testa, la nostra capacità di oltrepassare un punto di non ritorno.

La Cassin alla Nord della Cima Ovest di Lavaredo era la giusta risposta. Nessuno di noi fino ad allora aveva salito una parete con degli strapiombi del genere, né affrontato passaggi oltre i quali l’unica uscita era obbligatoriamente verso la vetta.

Siamo in tre, con me partecipano all’avventura Cesare e Angelo. Da mesi ci alleniamo ognuno per proprio conto, qui uniti in cordata vedremo come siamo messi.

Attacchiamo all’alba, fa freddo, ma per noi partire presto è sacro, in più temiamo un po’ la parete e ne abbiamo molto rispetto.

Comincio io e salgo un po’ di tiri abbastanza tranquilli e poco esposti. Quando la parete da grigia si fa gialla e l’inclinazione si rivolge verso il vuoto passa in testa Cesare, sale un tratto poi scompare, va veloce. Quando tocca a me giro lo spigolo e mi vengono le vertigini, di colpo proiettato in un vuoto spaziale, penso a Cassin alle sue sette ore per salire quel passaggio, penso ai suoi voli e mi impongo di non pensare ad un mio possibile volo.

Al celebre traverso vado avanti io, è tutto spettacolare, quasi incredibile. Chi passa questa linea non torna più indietro. I compagni seguono tranquilli, alla fine della grande traversata c’è un cordino appeso dal quale ci si cala a braccia per qualche metro, è lì abbandonato nel vuoto, scolorito ed usurato, sembra l’immagine della precarietà. Per me e Cesare non è un problema passiamo assicurati dall’alto, poi tocca ad Angelo, guardarlo fa spavento, sgancia il moschettone e appeso con le mani senza altre sicurezze si cala nel vuoto, sotto ai nostri piedi la parete rientra con un tetto di 40 metri e strapiomba per altri 200 fino alle ghiaie della base. Occhi dilatati e respirazione agitata, ma, sempre con quella signorilità degna del suo soprannome, “il Conte” ci raggiunge sudato ma intero. Il resto prosegue senza storia, dopo 6 ore e mezza la parete è salita, il biglietto per l’Eiger l’abbiamo acquistato.

Cima Ovest di Lavaredo, Parete Nord

La storia della parete

La Parete Nord Est del Badile assieme alla Nord delle Grandes Jorasses ed alla Nord della Cima Ovest di Lavaredo rappresentano la grande triade di Cassin. Tre vie che sono state il simbolo dell’impossibile, violate da Cassin che in quel momento era l’alpinista più forte del mondo. 

La copertina del libro scritto da Livanos sul grande Riccardo Cassin: qui viene ritratto con i compagni dopo la prima salita alla Parete Nord delle Grandes Jorasses

Prima salita

La prima salita è di Riccardo CassinVittorio Ratti, dal 28 al 30 agosto 1935.

Il meteo è instabile, sotto la parete c’è atmosfera di gara, i migliori alpinisti del mondo assediano la parete ma il tempo brutto ferma un po’ tutti.

Poi arriva Lui, in silenzio tra la nebbia attacca la parete, numeri da circo volante, quattro ore e tre voli per piantare il chiodo che risolverà la via. Bivacchi con il maltempo e un cordino di recupero indiavolato che li farà impazzire per districarlo. Quando la nebbia si alza, la cordata dei lecchesi è in pieno strapiombo, chi li conosce sa che ormai la parete ha le ore contate.

Prima invernale

La Parete Nord della Cima Ovest in inverno ribalta la situazione, la parte bassa, quella estrema, dato lo strapiombo rimane per forza pulita, quindi a parte il freddo è simile alle condizioni estive. Il problema avviene dopo il traverso, quando superato il punto di non ritorno ci si trova con 300 metri di placche e canali corazzati di ghiacci.

La Prima invernale è di Walter Bonatti e Carlo Mauri dal 22 al 24 febbraio 1953.

Prima solitaria

La prima solitaria alla Parete Nord Via Cassin viene realizzata da Claude Barbier il 24 agosto 1961. Il belga supera in un solo giorno salendo in free solo, la Cassin alla Cima Ovest, La Comici alla Cima Grande, la via Preuss alla Piccolissima, la Via Dulfer alla Punta di Frida e infine la via Innerkofler alla Cima Piccola.

LINK INTERNI

– Guarda la relazione della Via Cassin alla Cima Ovest di Lavaredo

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