Trek Spot Climb, Capo Noli-Finale

Un viaggio tra la bellezza del mediterraneo

Traversata da Noli a Finalborgo,

Trekking spot climb 4° edizione

Un viaggio a piedi che in due giorni attraversa da Noli a Finalborgo, passando tra le grotte, le incisioni rupestri, i ponti romani, e non ultimo le mitiche pareti di questo selvaggio territorio, tra mare e monti, paesaggi mozzafiato, profumi intensi del mediterraneo.

1 aprile ritrovo ore 7,30 uscita casello di Feglino, Bar Scaletta. Trasferimento in minibus a Capo Noli, salita alla Grotta dei Falsari poi lungo il sentiero del pellegrino e attraverso il territorio indiano al ristorante Ferrin, breve snack al ristorante, poi proseguimento alla grotta dell’Arma, Valle Ponci, strada romana, Rocca degli Uccelli, Boragni, salita alla grotta Strapatente, che si attraversa per circa 80 metri, salita a Orco, poi Ciappo delle Conche, poi Monte Cucco, canyon e grotta, discesa a Feglino. Notte da affittacamere Bonora, per chi vuole cena tipica al ristorante del Rio. ore 10 circa

2 aprile colazione ore 8 presso Bar Scaletta, partenza ore 8,30, salita a Pian Marino, poi traversata ai 3 frati, calate alla grotta dell’Edera, poi Perti, facile arrampicata allo spigolo nord 150 metri massimo 3°, oppure sentiero, pranzo al sacco presso la croce di vetta, discesa a Castel Govone, poi Forte Genovese e Final Borgo. Ore 8

Difficoltà: facile percorso su sentieri con due tratti su corde fisse (canyon Monte Cucco e Grotta dell’Edera) e due brevi arrampicate facili, facoltative ci si muove con calma su tappe lunghe ma con poco dislivello.

Equipaggiamento: scarpe da trekking, bastoncini pieghevoli, pila frontale, imbraco, discensore, longe, 3 moschettoni a ghiera.

Iscrizioni: Gianni Lanza, tel 330466488

Costo: euro 120 comprende: costo guida alpina, una notte sistemazione tipo rifugio presso affittacamere Bonora, camere doppie o triple, uso materiale comune.

Per chi non vuole far tutto il percorso, euro 60 a giornata. Non Comprende: colazioni, cene, minibus per i trasferimenti

Luoghi di grande interesse

Museo Archeologico di Finale
www.museoarcheologicodifinale.it

Territorio Indiano: meraviglioso altipiano cosparso di pini marittimi, ambiente ameno e solitario

Grotta dell’Arma: è una delle più grandi grotte del territorio finalese. Sita sull’altopiano delle Manie, gli scavi condotti al suo interno a partire dagli anni Sessanta hanno portato alla luce reperti che testimoniano la presenza umana nella grotta fin dalla preistoria. La grotta è stata per decenni adibita a deposito da parte dei contadini della zona, e alcuni interessanti reperti della cultura materiale locale sono tuttora presenti.

Ponti romani: La via Julia Augusta, costruita dai romani nel secondo secolo D.C., con i suoi 5 ponti ancora perfetti

Rocca di Corno: storica parete, tra le prime salite nel finalese, celebre la via aperta nel ’68 da Roberto Titomanlio, e le successive aperte dai fratelli Vaccari e da Gianni Calcagno

Ciappo del Sale: II termine è dialettale e con esso si intende indicare una lastra di pietra che evoca l’immagine di un altare primordiale. Le incisioni graffite furono prodotte dall’uomo che iniziava ad organizzarsi in piccoli gruppi dediti alla pastorizia. Attraverso i segni incisi nella pietra spesso veniva descritto ciò che appariva e nello stesso tempo ad essi veniva connesso un significato di sacralità.

Rocca degli Uccelli: ombrosa e verticale, in un angolo solitario un po’ in disparte, offre vie di alta difficoltà in ambiente severo

Grotta di Strapatente: Strapatente è una caverna di origine carsica che attraversa da parte a parte la soprastante Bastionata di Boragni ed è costituita da un alto ed ampio tunnel naturale che sale da ovest ad est: dal versante che sbocca in Val di Nava a quello che raggiunge il pendio della Val Sciusa. Lungo il decorso della caverna vi sono grandi stalattiti, stalagmiti, colonne (formatesi dalla fusione di stalattiti e stalagmiti) e piccole diramazioni secondarie.

Ciappo delle Conche: è una vasta superficie rocciosa di calcare poroso, che si trova in un ambiente quanto mai suggestivo, dislocato nella parte interna dell’altopiano. Su di esso si trovano interessanti incisioni rupestri.
Le conche sono vasche che, collegate tra loro ed alimentate da canaletti di raccolta dell’acqua piovana, conferiscono alla roccia un’insolita e particolare caratteristica. Quando piove si è notato che l’acqua in poco tempo, si raccoglie nelle vasche e vi rimane per diversi giorni per cui furono sicuramente utilizzate per abbeverare gli animali.

Monte Cucco: una delle principali pareti di Finale, alta circa 120 metri, presenta molte vie di alta difficoltà.

Tre Frati: a strapiombo sulla Valle Aquila, il gruppo dei Tre Frati è la formazione più fotogenica del Finalese, con vista mozzafiato sul Paretone di Pianarella.

Pianarella: Il paretone, la più importante struttura alpinistica di Finale, lungo i suoi strapiombi è stata scritta la storia

Grotta dell’Edera: un grande cilindro roccioso a cielo aperto, generato dal crollo della volta che ricopriva questa grande grotta posta internamente alla Parete Dimenticata.

Monte Sordo: sulla sua verticale parete all’inizio degli anni ’80, Ivan Guerrini aprì¨ l’Arco dei Guaitechi, un diedro a forma di arco su cui giungevano gli echi dei guaiti fatti dai cani del sottostante canile

Rocca di Perti: tra le più importanti strutture rocciose finalesi, il suo spigolo nord fu salito nel 1927 ed è la prima via di arrampicata tracciata a Finale

Castel Govone: sede dei Marchesi Del Carretto sorge, poggiando le sue basi su un gigantesco bastione curvilineo a scarpata nel punto culminante del Becchignolo. Si dice che il castello sia stato edificato nel 1181 da Enrico II sfruttando precedenti strutture difensive. Sicuramente fu rafforzato con nuovi ridotti nel 1292.Distrutto a più riprese nelle vicende belliche che contrapposero Finale a Genova venne ricostruito contemporaneamente alla cinta muraria del Borgo nel 1451-1452 da Giovanni I, quindi ulteriormente modificato in epoca successiva, fino a quando nel 1715, venne in gran parte smantellato dai Genovesi che avevano acquistato il Marchesato e volevano cancellare il simbolo degli antichi avversari.

Castel San Giovanni: Tra il 1640 e il 1644, allo scopo di rafforzare le difese poco sopra il punto in cui si incontrano le valli del Pora e dell’Aquila, venne edificato un forte, che raccordava le mura di Finalborgo sul monte Becchignolo. I lavori furono diretti da Ferdinando Glazer.

Final Borgo: chiuso tra mura medievali ancora ben conservate, intervallate da torri semicircolari e interrotte solo in corrispondenza delle porte, il Borgo di Finale offre subito al visitatore una sensazione di protezione e raccoglimento. Il borgo è impreziosito dai palazzi quattrocenteschi e di epoca rinascimentale, modificati nel periodo della dominazione spagnola.

Gianni Lanza

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