Torre del Faggio – Via dell’Uluk

Torre del Faggio - Via dell'Uluk

La Via Uluk è un itinerario dal sapore alpinistico, in ambiente solitario con ottima roccia granitica: un posto fuori dal mondo. La Torre del Faggio è una singolare struttura rocciosa staccata che, guardandola dalla Valle Elvo si mimetizza nel paesaggio. In piedi sulla cima ci sta una sola persona per volta. Prende il nome dal grande faggio presente a metà della parete.

Zona: Sordevolo, Valle Elvo

Quota di partenza (m): 1000 m (Tracciolino), 1400 (attacco della via)

Quota di vetta (m): 1550

Apritori: Gianni Lanza, Franco Delzoppo, Seba Biolcati, Roby Sellone il 1° luglio 2006 

Sviluppo arrampicata: 210 m

Tipo di apertura: dal basso con fix inox

Esposizione: sud

Protezioni: fix inox

Difficoltà: 6a, 5b obbl.

Note: via poco frequentata ma molto particolare, con arrampicata piacevole su ottima roccia, da considerarsi in terreno d’avventura data l’apertura dal basso, con chiodi non troppo ravvicinati

Equipaggiamento: normale da arrampicata, possono risultare utili, ma non indispensabili alcuni friends, verde, viola, grigio piccolo, B.D.

Accesso: da Biella raggiungere Oropa, quindi prendere la strada del Tracciolino che si segue per circa 10 km. giunti 300 m prima del ponte sull’Elvo, parcheggiare in corrispondenza di una strada sterrata con sbarra, con le indicazioni per il Rifugio Coda

Avvicinamento: percorrere la sterrata segnavia C3 che porta al Rifugio Coda, risalendo la Valle Elvo. Dopo alcuni tornanti ed un tratto più rettilineo, giunti all’Alpe Raja di Graglia, si abbandona il sentiero per il Rifugio Coda e si sale nel bosco rado di noccioli selvatici e betulle seguendo una una traccia che parte proprio a destra della baita, segnata con rari bolli  molto scoloriti e numerosi ometti. Raggiunta una pietraia si prosegue in diagonale a sinistra, seguendo gli ometti. Si entra, quindi in un vago  canale con pietraia e rovi che porta alla partenza della via, che attacca una placca sulla sinistra. Scritta grossolana alla partenza, Ore 1,15

Relazione

L1: salire una placca inclinata  fino ad terrazzino con erba, 4c, salire un bel pilastro, 5a, uscita 5b, sosta su 3 fix  35 m

L2: fare qualche passo in piano e poi salire la fessura, 5a, quindi uscire in placca, 5b, e portarsi verso sinistra su un diedro che si sale,(presente vecchio chiodo), 5c,  sosta su 2 fix, 35 m

L3: seguire una cengia sulla sinistra poi, salire per una lama, 3 e raggiungere la cengia del faggio, sosta su albero, 30 m

L4: salire la placca, 5b, quindi andare un po’ verso destra, 5a poi attraversare una placca compatta verso sinistra, 5b, aggirare uno spigolo 5a e raggiungere la sosta, sosta su 2 fix da collegare, 30 m

L5: spostarsi un po’ a sinistra, 5b, poi salire verticalmente, 5a, poi superare un piccolo strapiombo, 6a,(movimento faticoso) poi per placche più facili, 4a, raggiungere la sosta su 3 fix da collegare, 30 m

L6: proseguire per cresta, 4c,  poi 4a, sosta su 2 fix da collegare, 30 m

L7: seguire la cresta in leggera discesa,  poi salire il muretto verticale, 5c, proseguire salendo dritto, 4a,  in corrispondenza di un tetto uscire a destra per piccola cengia, 4a, poi diedro, 4a, sosta su 2 fix con catena di calata, 30 m

Discesa: dalla cima effettuare una calata di 30 m sul versante nord. Da qui scendere alla meglio per tracce tra la vegetazione con ometti, costeggiando la parete nel bosco. In 15 minuti circa si giunge alla partenza della via, quindi si scende per sentiero di salita, 1 ora.

Foto-relazione

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