La nascita della grande illusione

Mars, Parete Nord 1974: la parte preistorica del mio alpinismo

Gianni Lanza e Marco Boccalatte (entrambi classe 1961) in un giorno d’estate del 1974 affrontano la parete nord del Monte Mars, 250 m di altezza di cui 120 m di arrampicata. La via era stata aperta in precedenza da Primo Momo.

Il portfolio

La parete

La parete nord-est del Mars: la via attaccava sul diedro scuro sopra al nevaio.

Il racconto di Marco

Caro Gianni,

ricordo con emozione quel giorno, forse era il mio compleanno, come al solito avevamo nascosto il poco materiale a disposizione sotto il cespuglio del distributore vicino casa tua per non che i genitori si insospettissero!!!

Poi dopo autobus al tribunale e funivia, e partimmo per l’attacco alla nord più bella del mondo: lattina di tonno con chiodo Cassin a paletta per posata e via, mi innalzai felicissimo su per lo zoccolo e dopo un paio di tiri incontrai con grande conforto un chiodo del grande Nito a indicare la via. Poi con grande mia gioia mi raggiungesti e riuscisti a proseguire forse con un pendolo su quel tremendo colatoio liscio e nero; fu lì che capii che avevi qualcosa in più di tutti, me stesso compreso. Dopodiché ti raggiunsi e arrivammo in Cima praticamente di corsa con l’adrenalina del grande trionfo, è una vera pura grande immensa felicità.

Mi spiace ancora oggi che dissi la bugia alla cara Licia, tua mamma, che la macchina fotografica era persa, non che scoprisse la verità su cosa avevamo affrontato: ma nulla, veramente nulla poteva fermarci.

Un caro saluto, ti voglio bene

Marco Boccalatte

Il racconto di Gianni

Era il ’74, avevamo finito da poco la terza media e ci affacciavamo alla vita che iniziavamo a vivere un po’ da grandi, in quell’età stupida dove non si vuol più essere bambini, dove si impara ad abbaiare e sembra che chi lo fa più forte sia quasi più avanti.

La storia della scalata l’ha raccontata Marco, io aggiungo solo che arrivammo ad Oropa alle nove di sera, con agitazione massima per avvertire i nostri genitori che ci credevano in gita al Cucco. Non c’erano più autobus e ci incamminammo a piedi per tornare a Biella.

Miracolosamente vedemmo comparire la R4 di Don Saino, ci caricò lui ed il problema viaggio fu risolto. 

Salendo la parete lo scorso sabato il ricordo è andato alla scalata fatta quando avevamo 13 anni, avventura avvenuta in quell’epoca dove quello che adesso sarebbe follia allora era normale.

Gianni Lanza

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